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Milano, 14 ott. (askanews) – E’ un titolo manifesto quello scelto da Lavazza per il suo Calendario 2023 in cui immortala attraverso 12 scatti della fotografa Alex Prager la nuova umanità. E per farlo riparte dai bar, tornati a essere luoghi di incontro dopo due anni di pandemia, dove ognuno nella moltitudine conserva la propria individualità, dove ogni tazzina di caffè è una storia diversa e unica. Ecco allora come quell’informazione sulla porta dei bar di tutto il mondo, Yes we are open, si fa messaggio di apertura e inclusione per la nuova umanità”Questo calendario parla totalmente di caffè perché è una bevanda socializzante, come dice mio fratello è il primo social network in cui nascono relazioni, scambi, c’è la possibilità di lavorare – ci ha detto Francesca Lavazza, board member del Gruppo Lavazza – E poi ci sono i bar luoghi di appartenenza ma anche luogo ideale di accoglienza, apertura in cui tutto sono invitati in cui tutti possono essere loro stessi”.In questo calendario, il decimo per Lavazza dedicato alla sostenibilità, le foto corali di Prager sembrano immagini sonore: alternando vedute ampie a dettagli in primissimo piano, fissano il movimento in composizioni dai colori saturi, cogliendo l’imprevedibilità della vita, l’unicità nella moltitudine. E in questa moltitudine spicca il volto di Levante, artista attenta al tema delle differenze e capace di unire grinta e poesia, in linea con lo spirito del Calendario 2023 che ancora una volta porta la firma della direzione creativa dell’agenzia Armando Testa”L’idea di partire dai bar – ha spiegato Michele Mariani, direttore creativo esecutivo gruppo Armando Testa – è venuta spontanea partendo da un concetto: Yes, we are open, è un cartellino che abbiamo visto milioni di volte nei bar di tutto il mondo ma in questo caso assume un significato diverso, una specie di manifesto, la spinta di essere veramente aperti su temi che sono delicati ma sempre più vicini alle persone. E lo stile di Alex secondo noi funziona benissimo per il tema di quest’anno proprio perchè è la prima a dichiarare di non voler dare etichette”. La presentazione in Triennale a Milano del Calendario 2023 è stata anche l’occasione per raccontare la storia e l’impegno di Lavazza per la sostenibilità attraverso un volume curato da Fabio Novembre che porta lo stesso titolo del Calendario YES! we’re OPEN. Con questo libro, scandito dalle interviste di Mario Calabresi e introdotto dal Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, Lavazza offre diario di viaggio di questi dieci anni di Calendari in cui l’estetica si è data un fine etico”E’ un viaggio a ritroso per andare a trovare dove il caffè nasce, dove le persone lo producono, andare a interagire con quel tipo di comunità – ha raccontato l’architetto Fabio Novembre – Pensi ci sono 14 miliardi di tazzine prodotte da Lavazza, una vera comunità: ma chi c’è a monte di questo processo, è una cosa realmente politica se vuoi, no? 00.01.19 è un viaggio di scoperta interiore ed esteriore anche solo per capire chi siamo e da dove veniamo”.Interrogativi a cui l’opera d’arte della copertina, un planisfero bianco su sfondo blu Lavazza con le iconiche cancellature dell’autore Emilio Isgrò, tenta di dare risposta riaffermando, come ha detto lui stesso, il primato degli affetti umani sugli effetti facili:”Abbiamo lavorato con il maestro Emilio Isgrò – ha raccontato Francesca Lavazza – per interpretare questo concetto mettendo in copertina una sua opera, con le sue cancellature che non sono negazione ma apertura e libertà. Insieme sfogliando il libro vogliamo cercare di ridefinire i confini di questo mondo che vogliamo partano dal bar. Un libro che è anche una guida che speriamo possa ispirare e convincere quelli che insieme a noi cercheranno di mettere insieme questi grandi obiettivi che solo lavorando insieme possiamo raggiungere”.